Dopo aver celebrato la festa del patrocinio (lunedì in albis) e la Traslazione della reliquia del sangue di San Pantaleone (nella terza domenica di maggio), la nostra comunità ecclesiale, nel solco della tradizione e con esultante letizia, si approssima a celebrare la solennità liturgica del martirio del celeste patrono, massima espressione della fede cristiana del nostro popolo e occasione propizia per ravvivare e consolidare la nostra adesione a Cristo Signore.
Agli albori del Cristianesimo, nel fervore degli inizi, il primo testo catechesi dei discepoli di Cristo, la “Didachè”, raccomandava: “Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”. In un tempo segnato da grandi cambiamenti sociali e culturali con proposte di “valori” e “stili di vita” che sembrano contraddire il nostro essere cristiani, questa esortazione appare ancor più valida.
A 17 secoli dal martirio, che nel suo significato etimologico significa “testimonianza”, San Pantaleone, nel prodigio del suo sangue che si ravviva e ribolle, ci narra la storia del suo totale e intrepido “Sì” a Dio e ci conferma nella convinzione che, oggi come ieri, il cristiano è l’uomo coraggioso delle decisioni definitive, illuminate dalla speranza nella trascendente fiducia in Dio che rende eterna la vita spesa nel servizio della verità e dell’amore.

Quarto di sette figli, nacque a Lagonegro il 10 marzo 1707 da Carlo Molinari e Cecilia Mazzaro: carpentiere il padre, tessitrice di panni la madre. Nello stesso giorno venne portato al fonte battesimale, ove gli furono posti i nomi di Giuseppe Egidio Paolo; all'età di 14 mesi, il 16 maggio 1708, gli fu amministrato il sacramento della cresima dal vescovo di Policastro Marco Antonio de Rosa. Ricevette la prima formazione culturale probabilmente da uno zio sacerdote, don Nicola Mazzaro. Rimasto orfano di padre all'età di 9 anni e mezzo, contribuí al sostentamento familiare conducendo al pascolo le pecore della Confraternita del Santissimo Sacramento. Negli anni giovanili compí un pellegrinaggio al santuario di San Biagio a Maratea, pensando piú volte di seguire le orme del fratello maggiore Francesco, che era entrato tra i cappuccini con il nome di Ludovico da Lagonegro.

La famiglia ha la missione di diventare sempre più quello che è: una comunità di vita e di amore
Dio ha creato l'uomo
a Sua immagine e somiglianza:
chiamandolo all'esistenza per amore
l'ha chiamato nello stesso tempo all'amore
dall' Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II
"Familiaris Consortio" 1981
PREPARAZIONE ALL'AMORE
Più che mai necessaria ai nostri giorni è la preparazione dei giovani al matrimonio e alla vita familiare
In alcuni Paesi sono ancora le famiglie stesse che, secondo antiche usanze, si riservano di trasmettere ai giovani i valori riguardanti la vita matrimoniale e familiare, mediante una progressiva opera di educazione o iniziazione.

Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.
2 Sam 7, 1-5.8-12.14.16
Dal secondo libro di Samuèle
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all'intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va', fa' quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va' e di' al mio servo Davide: "Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre"». Continua a leggere...

O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore di tutti gli uomini, per costruire nelle tormentate vicende della storia il tuo regno d'amore, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno, annientato anche l'ultimo nemico, la morte, egli ti consegnerà l'opera della sua redenzione, perché tu sia tutto in tutti. Egli è Dio, e vive e regna con te ...
Ez 34,11-12.15-17
Voi siete mio gregge: io giudicherò tra pecora e pecora.
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri. Continua a leggere...

O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa' che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine.
Gn 15, 1-6; 21, 1-3
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Continua a leggere...

O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa' che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale.
Dn 7,9-10.13-14
Dal libro del profeta Danièle
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. Continua a leggere...

Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre fa' crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell'eredità che ci hai promesso.
Sap 18, 6-9
Dal libro della Sapienza
La notte [della liberazione] fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio, sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà. Il tuo popolo infatti era in attesa della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici. Difatti come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te. I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto e si imposero, concordi, questa legge divina: di condividere allo stesso modo successi e pericoli, intonando subito le sacre lodi dei padri. Continua a leggere...